Si è parlato, e si parla tanto, di meditazione, specie negli ultimi decenni, e vorrei raccontare la mia esperienza.
La meditazione è una pratica che ci porta a calmare la mente, che è sempre e perennemente subissata di pensieri, e a spostare, a concentrare, l'attenzione su un solo elemento esterno od interno a noi.
Molteplici sono i benefici della meditazione il primo dei quali è la sua capacità di aiutarci a calmarci, e quindi a ridurre lo stress.
Con la riduzione dello stress e la calma, esiste anche un beneficio effettivo della meditazione, ed è rappresentato dalla riduzione del senso di dolore, anche fisico.
Questo è un punto molto dibattuto in genere; relativamente alla meditazione voglio, però, esprimere ciò che ho vissuto in prima persona negli anni, e soprattutto nelle ultime settimane.
Ho cominciato a meditare tanti anni fa. A volte riduco il tempo dedicato a questa pratica, a volte non ne trovo affatto, a volte, invece, medito per parecchie ore al giorno perché essa mi è di grande aiuto effettivo.
Qualche settimana fa ho iniziato a meditare nuovamente per qualche ora, nel tentativo di ridurre lo stress di pensieri, spesso negativi, relativi a un intervento inaspettato che avrei dovuto affrontare.
L'intervento è poi stato molto lungo (più di 7 ore) e ha portato con sé tutta una serie di postumi molto dolorosi. Fin dal primo giorno dopo l'intervento, soprattutto durante la notte, sempre lunghissima, ho indossato gli auricolari e ho effettuato delle meditazioni che avevano lo scopo di portarmi al di là di quella stanza e al di là di quel letto, soprattutto, a volte, anche solo per distaccarmi dall'intenso senso di dolore.
Mentre in ospedale ho letto delle dichiarazioni di Giovanni Allevi, proprio sui benefici della meditazione per affrontare il dolore (stante che bisogna sempre affidarsi anche ai farmaci) e ne ho compreso appieno le parole.
Io credo che la meditazione ci aiuti a prendere coscienza anche con le nostre paure, con i nostri dolori che possiamo riuscire a manipolare, se così posso dire, intervenendo dall'interno e creando un ponte di attraversamento speciale. La meditazione mi è stata utilissima e lo è ancora in questi giorni post-operatori perché calma la mia mente, riduce lo stress provocato dall'incertezza e dal dolore, mi porta a concentrarmi su parti di me che però vivono in ambienti sconfinati. Questo è un concetto che probabilmente pochi capiranno, tranne chi medita o chi sa che la capacità di viaggiare oltre il luogo fisico in cui siamo costretti è proprio tipico della meditazione.
Meditare è guardare dentro di sé e dentro di noi.
Se riusciamo a farci spazio in mezzo a pensieri e sensazioni e stress, c'è un mondo tranquillo e armonico. Pace, tranquillità sono parte integrante del nostro assetto mentale.
Per liberarsi da stress, dolori e preoccupazioni servono almeno un paio di cose: una di queste è il cuore aperto; la seconda, importantissima, è mettere in silenzio la mente. Si è spesso erroneamente pensato che la meditazione faccia parte soltanto di alcune discipline religiose e di alcune religioni, e invece la meditazione è semplicemente un prendere contatto con una parte di noi più naturale e più vera possibile, bypassando la rete sovrastrutturale di pensieri ed idee che costantemente la popolano. Se la meditazione è fatta in modo corretto, essa ci permette di sentirci attivi, energici e gioiosi. La meditazione in fondo è una pratica spirituale, ovverossia, una pratica per raggiungere un livello di coscienza maggiore, quel livello di coscienza, di calma e armonia di cui ho parlato prima.
Per farla breve la meditazione è una pratica che ci aiuta ad affermare la mente, a mantenere la calma quando essa minaccia di mancarci del tutto, come nel caso di situazione di dolore, di incertezza o di profondo stress.
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